Il termine Sanskrito AHIMSA significa non ferire, compassione e non violenza. Per piu’ di 3000 anni AHIMSA fu considerata dalla tradizione ascetica indiana come la virtu’ piu’ elevata alla quale un uomo potesse aspirare per lo sviluppo della propria pratica spirituale.
L’Induismo, il Jaianismo, e il Buddhismo furono fondati proprio su questo principio del AHIMSA.
Mahatma Gandi l’applico’ e lo trasformo’ in una versione moderna come strumento politico per combattere l’oppressione inglese sull’India. Secondo queste filosofie tutti gli esseri viventi sono uguali, racchiudono una parte della coscienza collettiva e sono soggetti alla legge del KARMA.
Ogni essere ha il suo compito e destino e noi come esseri umani abbiamo la responsabilita’ maggiore di praticare la pace ed evitare le sofferenze.
Se non in caso di difesa personale, l’atto di uccidere qualsiasi creatura e’ inteso come una azione errata dalle conseguenza Karmiche negative.
Secondo la tradizione Buddhista la non violenza e’ uno dei 5 concetti del DHAMMA il quale forma le regole delle giuste azioni, visioni e pensieri.
Per i Jaianisti questa pratica costituisce uno dei 5 ANUVRATAS (voti) essenziali per diventare un asceta.
Tutte le forme viventi e non viventi contengono un anima, una parte di coscienza assoluta ed e’ fondamentale evitare ogni tipo di violenza intenzionale ed inintenzionale per proteggerle dalla distruzione e per permettere che facciano il proprio corso. Anticamente nell’induismo l’AHIMSA fu seguito solamente da alcune parti della societa’, soprattutto dagli asceti che smisero di offrire ogni tipo di sacrificio e consumo di animali per alimentarsi. La carne veniva consumata da persone di famiglie reali e un po’ da ogni classe sociale e i sacrifici erano comuni nelle zone rurali.
A proposito dei primi due limbi Yama e Niyama
Lo YAMA e NIYAMA, ovvero i primi 2 degli 8 limbi che compongono lo Yoga si fondano appunto sul principio dell’AHIMSA e prevedono regole ispirate alla non-violenza.
Il terzo limbo e’ ASANA, poi PRANAYAMA, PRATYAHARA, DHANARA, DHYANA e SAMADHI.
Queste regole comportamentali e osservanze sono di primaria importanza per il RAJA YOGA, BUDDHISMO e JAINISMO. Anche secondo l’HATHA YOGA che pero’ ritiene si possano raggiungere e praticare piu’ avanti, quando lo Yogi otterra’ una maggiore calma e chiarezza mentale.
SWATMARAMA suggerisce infatti di non aderire a regole. YAMA E NYAMA sono guide importanti per mantenere il praticante sulla giusta via ma non sono ad ogni modo ritenute totalmente fondamentali all’inizio. Ognuno di noi attraverso la pratica costante raggiungera’ un livello tale da inglobare automaticamente questi codici morali e qualita’.
Lo YAMA e’ composto dalle seguenti dieci regole di condotta:
1 AHIMSA (Non Violenza): Non c’e’ il bisogno di creare una religione sull’AHIMSA. In HATHA e’ inteso come un processo di auto controllo, di auto attenzione. Quando attacchiamo qualcuno intenzionalmente perdiamo il controllo della Mente e dell’Azione, creando uno squilibrio in noi stessi. Violenza significa allontanarci dalla nostra Vera Natura. AHIMSA invece e’ l’ avvicinarti al nostro vero spirito.
2 SATYA (Verita’): Non ingannare il prossimo nei pensieri, parole ed azioni e di conseguenza astenersi dal mentire e tradire le promesse fatte. Comunicare solo cio’ che e’ vero. Relazionarsi gentilmente ed essere disponibili. Essere corretti, precisi e sinceri nelle discussioni, ammettere i propri sbagli ed evitare la calunnia, maldicenza e la falsa testimonianza.
3 ASTEYA (Non rubare) : Mantenere la virtu’ del non rubare e rimborsare i debiti. Avere il controllo sui desideri, non giocare d’azzardo o truffare il prossimo. Mantenere le promesse fatte e non usare risorse, diritti e parole dell’altro senza il permesso.
4 BRAHMACHARYA (Condotta divina e continenza) : Dedicare la propria energia allo studio, parlare con modestia e non sprecare tempo prezioso. Il controllo degli istinti sessuali conduce al Brahmacharya.
5 KSHAMA (Perdono e pazienza) : Fare in modo di alleggerirsi lasciando andare via le esperienze dalla mente e non attaccarsi a memorie ed eventi passati. Significa vivere nel presente. YAMA e’ inteso piu’ per se stessi che per gli altri. Se si puo’ perdonare, la vita diventera’ piu’ piacevole e armoniosa. Cercare di trattenere l’intolleranza con le persone e l’impazienza nelle circostanze. Essere piacevoli. Non avere fretta, dominare o interrompere gli altri nelle discussioni. Cercare di ridurre lo stress al minimo.
6 DHRITI (Fermezza e persistenza) : Costanza nella pratica e nelle aspirazioni. Se fermiamo la speranza e lo sforzo non vedremo i risultati. Superare la paura e l’indecisione attraverso la forza di volonta’, il coraggio e il lavoro, rimanendo fermi sulle decisioni importanti. Non permettete di scoraggiarvi o che le paure del fallimento vi facciano deviare percorso.
7 DAYA (Compassione) : Essere gentili con giovani e anziani, ricchi e poveri, valorosi e meno valorosi, animali, piante e tutta la natura. Opporsi alla crudelta’ e alla sofferenza. Siamo tutti parte dello stesso ATMA. Se si apre il cuore all’energia divina si sperimenta la compassione per ogni creatura, e si faranno progressi veloci nella ricerca dell’ATMA.
8 ARJAVA (Onesta’): Significa esserlo prima di tutto con noi stessi e poi con il prossimo. Non ingannare per ragioni morali e sociali, evitando cosi’ ripercussioni psicologiche e Karmiche. Agire con onore anche in situazioni difficili rinunciando all’inganno e agli imbrogli.
9 MITAHARA (Dieta moderata) : Mai mangiare troppo o poco. Un forte e salutare corpo riflette la natura della Mente. Dieta semplice e pura. Comunque non diventare esaltati nella dieta. Mangiare in orari regolari e idonei.
10 SHAUCA (Pulizia) : Estendere la purezza in tutto lo stile di vita, tenere Corpo e Mente in uno stato puro. Utilizzare se necessario le sei tecniche di SHATKARMA o pulizie interne: 1 NETI – 2 DHAUTI – 3 NAULI – 4 BASTI – 5 KAPALBATI – 6 TRATAKA.
NIYAMA invece e’ formato dalle seguenti dieci osservanze:
1 TAPAS (Austerita’) : Ci sono 3 tipi di TAPAS.
Il primo e’ SHARIRIK : Fisica
Il secondo e’ VACHIK : Vocale.
Il terzo e’ MANASIK : Mentale. Che a sua volta si divide in : SATTVIC – RAJASIC -TAMASIC.
Con Tapas si intendono quei compiti che vanno svolti ma che si fa fatica ad attuarli. Una volta che ci si e’ aggiustati a queste condizioni, non appariranno piu’ come austerita’.
2 SANTOSHA (Contentezza) : Cercare di sviluppare un senso di soddisfazione in ogni situazione. Sia che si abbia tanto o niente, o che si vinca e si perda, sperimentare la sensazione che si abbia gia’ tutto cio’ di cui si necessita. L’opposto di questo e’ l’insicurezza. Se si realizza che un desiderio non puo’ essere soddisfatto allora e’ tempo di dedicarsi ad altro. Coltivare la gioia e la serenita’, essere felici, sorridere ed elevare il prossimo, essere grati della vita ed essere in costante gratitudine per la buona salute, grati per le amicizie e le persone care. Non lamentarsi per cio’ che non si possiede. Identificarsi con l’eterno essere, piuttosto che la mente, il corpo o le emozioni. Mantenere un punto di vista che parta dall’alto verso il basso.
3 ASTIKYAM (Credere nel supremo) : Qualunque sia la nostra percezione del Supremo, Energia Cosmica, Dio, Natura, Coscienza Suprema, cercare di riconoscere che esiste comunque una forza superiore che regola il tutto. Non si puo’ negare infatti che ci sia qualcosa di superiore alla nostra Mente e Corpo. C’e’ sempre una ricerca verso l’alto Spirito o Esperienza.
4 DAANAM (Carita’) : Non solo attraverso beni materiali e finanziari ma anche servire ed aiutare gli altri con il supporto emozionale. Non essere egoisti ed avere un’attitudine nel dare e condividere con gioia, senza pensare a ricompense.
5 ISHVARAPUJANA (Avere il culto verso qualcosa di superiore) : Non da interpretare unicamente attraverso la religione. La funzione della POOJA e’ per risvegliare una realta’ interna. POOJA significa portare sempre con se rispetto e consapevolezza.
6 SIDDHANTA SHRAVANA (Leggere ed ascoltare le Sacre Scritture) : (Siddhanta: tradizionalmente e’ una parte dei veda) SATSANG: Ascoltare i discorsi di un saggio.
7 HREE (Modestia) : Concedetevi di essere modesti e non vantarsi. Riconoscere gli errori e rimediare. Essere sinceri delle proprie scuse. Cercare e correggere gli errori e le cattive abitudini.
8 MATI (Intelletto,Perspicacia) : Capacita’ di percepire la verita’ nascosta nelle situazioni, sia con altre persone sia da soli, capacita’ di interpretare i sogni. Indagare sulle lezioni nascoste che ci sono in ogni esperienza per sviluppare una profonda comprensione della vita e di se stessi.
9 JAPA (Recitazione e ripetizione dei Mantra) : Recitazione dei BIJA E MAHA Mantra. L’OM e’ il mantra universale.
10 HUTAM (Sacrificio) : E’ il sacrificio interno, il lasciare che i desideri materiali svaniscano e sconfiggere il falso ego.
Lo YAMA e il NIYAMA costituiscono le 20 discipline Mentali.
Possono essere ritrovati in molti altri culti. Ma non dovrebbero essere considerati come pratiche religiose, ma come parte della scienza Yogica per mantenere l’essere umano verso una giusta direzione.
La Mente non dovrebbe essere forzata nell’accettarli, un tale approccio e’ innaturale. Se si forza se stessi nel fare qualcosa contro la propria natura, si puo’ sviluppare una sorta di complicazione psicologica. Tenere YAMA e NIJAMA in considerazione e lasciarli crescere gradualmente e naturalmente attraverso la pratica.
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