CONTROLLO NERVOSO SUL CUORE.
Nel cuore le contrazioni avvengono grazie a un piccolo muscolo modificato chiamato nodo senoatriale. Questo nodo è un piccolo pezzetto di tessuto nervoso dentro l’atrio destro.
Manda un impulso che fa contrarre il cuore.
Questo impulso viaggia giù fino all’atrio nel punto di contatto con i ventricoli, e a questo punto avviene la contrazione. Nel punto di congiunzione tra atrio e i ventricoli c’è un altro piccolo pezzo di tessuto muscolare modificato che rallenta l’impulso: è chiamato nodo atrio-ventricolare.
Questo ritardo permette ai ventricoli di avere tempo sufficiente per riempirsi al massimo del volume. Questo impulso viaggia giù attraverso un sistema di condotti designati apposta per fare arrivare i messaggi ad altissima velocita’ alle cellule del cuore per funzionare ottimamente. Le cellule sopra si contraggono di pochissimo prima di quelle sotto. In questo modo il sangue è spinto ed espulso. L’intero ciclo necessita circa 0,8 secondi quando il cuore batte a un ritmo di 75 battiti al minuto. Il ritmo di contrazione è controllato dal sistema nervoso autonomo il quale è diviso in due parti: il simpatico velocizza il cuore, mentre il parasimpatico lo rallenta.
Il simpatico prepara il corpo ad affrontare l’ambiente esterno e ogni situazione di stress, mentre il sistema parasimpatico permette al corpo di rilassarsi.
Di solito il passaggio da uno all’altro dipende dalla necessità. Se siamo tesi, i battiti aumentano, i vasi si contraggono e il lavoro per il cuore aumenta. Questo porta a un aumento della pressione sanguigna. Il respiro anche aumenta per incontrare la necessità di maggior ossigeno, e molte persone noteranno con una maggiore attenzione che l’intero corpo è generalmente più teso e i muscoli addominali sono tesi. C’è una relazione diversa tra cuore e polmoni, e dipende da uno stato mentale, il quale è mediato dal sistema nervoso autonomo.
Quando la mente è tesa, è attivo il sistema nervoso simpatico. Questo fa lavorare il cuore e polmoni come un team, portando più ossigeno nel corpo cosicché il cuore possa trasportalo attraverso i vasi sanguigni fino alle cellule.
Fattori emozionali e psichici giocano un ruolo molto importante nella regolazione del cuore.
Paura, eccitamento aumentano la velocità dei battiti hanno effetti sul cervello il quale manda gli impulsi al sistema nervoso autonomo: l’ IPOTALAMO. (Altri fattori come la necessità di ossigeno nei tessuti, più anidride carbonica e l’esercizio, anche aumentano i battiti).
CONTROLLO NERVOSO SUI VASI SANGUIGNI.
Anche le arterie sono regolate dal sistema nervoso autonomo, il quale risponde allo stress e al rilassamento, ai cambiamenti di pressione e chimici nel sangue.
Il controllo più alto proviene dalla corteccia celebrale. Questa è la parte che ha a che fare con l’intelletto e le funzioni motorie. C’è un’influenza diretta dell’ IPOTALAMO, il quale è responsabile per mantenere l’ambiente interno dell’intero corpo.
Quando lo stress stimola la corteccia, quest’ultima manda segnali all’ipotalamo per stimolare il sistema nervoso simpatico cosicché il corpo possa affrontare la situazione. Questo causa il dilatamento dei vasi sanguigni, per il cuore e i muscoli, in modo da fargli arrivare più ossigeno, ma contrae i vasi sanguigni nella maggior parte delle altre parti del corpo.
In questo modo possiamo correre o combattere usando il massimo della forza. Ci sono quindi più vasi contratti di quelli dilatati. Questo aumenta la resistenza nelle zone periferiche del corpo, aumenta la pressione del sangue e reca maggior lavoro al cuore.
Quando lo stress è passato, la stimolazione del sistema nervoso simpatico diminuisce e i vasi sanguigni si dilatano e si rilassano.
Fattori fisici, psichici, emozionali, richiesta di ossigeno, periodi della giornata, cibo, attività mentale, produzione di scarti come acido lattico, calore, tutte queste componenti modificano il flusso del sangue e il calibro delle arteriole, che continuamente cambiano e il sangue viene distribuito in zone differenti del corpo.
Quando il sistema simpatico viene stimolato più del normale e può facilmente accadere con i ritmi della vita moderna, i vasi possono rimanere contratti per un periodo eccessivo di tempo. Eventualmente i muscoli che governano le vene possono andare in spasmi. La pressione del sangue rimane così alta, non permette un dovuto apporto di ossigeno e nutrienti agli organi e facilita un aumento di scarti dannosi. L’intero corpo diventa più debole e l’individuo soffrirà d’ipertensione e sensi di stanchezza.
PRESSIONE DEL SANGUE
Il sangue è sempre sotto pressione. Dovremmo conoscere bene livelli di pressione per meglio capire lo stato di salute.
Delle due pressioni la diastole è più importante in caso d’ipertensione perché riflette lo stato del sistema nervoso autonomo e il tono dei vasi sanguigni.
Una pressione sanguigna considerata normale per un carnivoro, in una società moderna è di 120/80 millimetri di mercurio (mm HG). Questa è una media, ma differisce da persona a persona, non c’è una pressione perfetta per tutti. Fattori come il periodo della giornata, temperature, attività, stress, stato mentale, età, dieta, stagioni, tutto ciò influisce e varia la pressione di momento in momento. Con l’avanzare dell’età ci sono per esempio più probabilità di un innalzamento della pressione.
I bambini di solito hanno 75-90 mm HG, mentre i più anziani potrebbero avere 130-150 mm HG sistole. L’obesità anche tende ad alzare i livelli, mentre il riposo li abbassa.
É importante prendere in esame la pressione nell’arco della giornata, per più giorni o settimane. E’ molto difficile valutare da una sola misurazione e comunque è richiesta molta esperienza e capacità per giudicare e interpretare accuratamente le misurazioni.
PRESSIONE NON REGOLARE.
Qual è la linea tra normale e anormale?
É una questione che molti dottori si pongono da molto tempo. Non c’è una esatta definizione che si possa dare.
Nessuno comunque sa’ in profondità cosa l’alta pressione sia. L’ipertensione è un nome dato a uno stato del corpo e mente caratterizzato da un aumento della pressione sanguigna. La linea potrebbe essere 140-90 mm HG. Questa viene applicata specialmente a persone giovani, mentre valori un po’ più alti possono essere tollerati con l’avanzare dell’età.
Valori più elevati in persone giovani sono considerati pericolosi e monitorati con attenzione.
IPERTENSIONE.
L’ipertensione è comunque in ogni sua forma una cosa seria. Anche un caso non estremo con pochi sintomi accorcia le aspettative di vita e la qualità degli anni a venire.
La forma di cui stiamo parlando è chiamata “ipertensione essenziale“, circa l’80 % dei casi.
Questa forma non ha cause mediche, mentre il restante 20% deriva da cause mediche o operazioni. L’ipertensione essenziale è reversibile, ma non solamente grazie a medicine. Lo yoga è fondamentale. L’ipertensione è una malattia silenziosa particolarmente pericolosa, molte persone non hanno sintomi per molto tempo. Il decorso può essere molto lento ma a volte anche veloce, e può portare alla morte in poco tempo. In una forma media è di solito peggiorato da: irrigidimento delle arterie, danneggiamento dei vasi sanguigni e possibili rotture al livello del cervello (incidente celebrovascolare), infarto (infarto del miocardio), malattie dei reni, stretch dell’aorta (aneurysm) e problemi ai piccoli vasi sanguigni nelle zone periferiche del corpo, causando distruzione dei tessuti. In casi severi i reni possono essere danneggiati gravemente portando alla morte in pochi mesi o settimane. In entrambi i casi, medi o acuti, le arterie sono ostruite, aumentando la resistenza periferica. La pressione così rimane a livelli alti, il corpo e gli organi sono danneggiati e falliscono nello svolgere il loro compito nella maniera corretta.
In realtà l’ipertensione non è una malattia di per se, ma un segno che ci sono problemi del funzionamento del sistema interno a livello fisico, emozionale e mentale.
Il termine non può essere più azzeccato: avviene un’eccessiva tensione nell’intero corpo e mente, causando uno squilibrio a livello del sistema nervoso.
La medicina moderna ha compreso ora che la mente gioca un 80% dei motivi dell’ipertensione, classificandola tra le malattie psicosomatiche (mente-corpo). La comprensione yogica dell’implicazione della mente in malattie psicosomatiche è in sostanza espressa in tecniche per rimuovere stress psicologico con effetti sul corpo. Questo si ottiene attraverso la meditazione, asana (posture fisiche), pranayama (tecniche di respiro). La conoscenza dello Yoga è specialmente rilevante per l’alta pressione, sia come risposta del cuore sia dei vasi sanguigni alle fluttuazione della mente. Una mente instabile porta a un corpo instabile e disturbi mentali ed emozionali si riflettono nel sistema cardiovascolare producendo vari sintomi, incluso l’aumento della pressione.
COS’É L’IPERTENSIONE?
Prima di capire cosa causa l’ipertensione dobbiamo capire che cosa è.
L’aumento della pressione è il risultato dell’ostacolo che il sangue incontra per via di arteriole otturate o contratte, sbilanciando l’equilibrio del cuore e delle vene.
Il sangue che lascia il cuore, lungo il suo percorso incontra un’eccessiva resistenza, e il cuore è così costretto a lavorare più duramente per pompare il sangue attraverso i vasi rimpiccioliti. Quando questo accade per un lungo periodo di tempo, il cuore si ritrova ad essere permanentemente sotto stress ed eventualmente a non funzionare come dovrebbe. Questo porta a conseguenze pericolose se non mortali.
In caso d’ipertensione non si riesce a ottimizzare le necessità del corpo e se le arteriole rimangono contratte per lungo tempo vanno in spasmo. Il sangue non può apportare il necessario ossigeno e nutrienti ed espellere materiali di scarto. Cosi si provoca una situazione di fatica ed esaurimento. Di recente si è confermato attraverso ricerche scientifiche che un ottimale riposo si può ottenere più velocemente attraverso la meditazione che attraverso il sonno.
L’acido lattico è un prodotto chimico formato a causa di stress, prodotto dai tessuti muscolari quando l’apporto di ossigeno non appaga il fabbisogno richiesto dai muscoli. Questo non è uno stato salutare e l’acido lattico deve essere espulso durante il periodo di riposo, solitamente al massimo durante il sonno.
Controlli fatti durante la meditazione dimostrano la diminuzione dell’attività del sistema simpatico e un’immediata diminuzione della pressione con un maggiore apporto di ossigeno ai muscoli e la rimozione dell’acido lattico. Ricercatori come Wallace and Benson hanno dimostrato che con la meditazione i livelli di acido lattico diminuiscono 4 volte più velocemente che durante attività normali e 3 volte rispetto al sonno.
Lo scienziato Hans Selye spiega che milioni di anni fa, quando gli animali dovevano sopravvivere a situazioni molto più ostili di oggi, il sistema simpatico era molto utile ed è in stretta relazione con la risposta ai meccanismi di stress. Ha mostrato che ci sono 3 fasi che compongono i meccanismi di stress:
- il riconoscimento di una situazione di stress che attiva il sistema simpatico in cui le ghiandole adrenaliniche rilasciano adrenalina e la ghiandola pituritaria rilascia altri ormoni;
- la seconda fase è la continuazione della prima e della risposta endocrina alla situazione di stress fino a che non viene passata;
- nella terza fase si esce dallo stress, si è l’affaticati, e il si ha bisogno di riposo per ristabilizzare e ribilanciare il corpo. Se non c’è riposo gli ormoni dello stress e le reazioni accumulate distruggono il corpo.
Questi riflessi di stress sono ancora attivate nel corpo e nella mente in situazioni pericolose o in caso sia richiesto.
É una basica risposta istintiva che ancora risiede profondamente dentro il meccanismo del sistema nervoso.
Sebbene fosse fondamentale per i nostri antenati per sopravvivere, questo non significa che oggi giorno dobbiamo utilizzare gli stessi meccanismi nella nostra vita quotidiana; infatti a volte è fuori controllo e può risultare più distruttivo che utile.
Questa reazione è alla base di molti problemi e malattie che affrontiamo oggi in forma psicosomatica e malattie legate allo stress.
In alcune situazioni, reazioni di stress sono fondamentali e necessarie, ma è anche qualcosa che dovremmo riuscire a controllare profondamente. Utile nel caso in cui la nostra vita sia messa in pericolo ma certamente dannoso se ci troviamo in un ingorgo stradale o in situazioni concernenti il lavoro. Nel primo caso la reazione potenzia i nostri muscoli per affrontare il combattimento o la fuga. Ma nei secondi casi il rilascio di ormoni avviene ma l’energia sviluppata non è utilizzata. Gli ormoni rilasciati creano tossine e veleni che esauriscono il corpo. Simultaneamente il sistema simpatico chiude i capillari e previene che l’ossigeno arrivi ai tessuti, per portare più energia ai muscoli. E’ associato a un senso di frustrazione, tensione, ansietà e perdita di chiarezza mentale, diminuendo l’efficienza del corpo invece che aumentarla. La normale e non neurotica maniera di affrontare il traffico, per esempio, è di accettare la situazione, rilassarsi e avere un approccio mentale positivo. Questo è possibile quando ci rendiamo conto che niente è ottenibile attraverso la preoccupazione.
Un’attitudine meditativa di fronte alle cose che accadono nel mondo ci permette di controllare l’adrenalina rilasciata dal sistema simpatico. Importante è capire il lavoro interno di mente e cervello, che si ottiene attraverso la meditazione. Invece di diventare frustrati dalle piccole cose della vita, sono osservati spazi più ampli e il nostro mondo interiore emerge.
Sebbene persone con differenti personalità soffrano d’ipertensione, c’è una categoria che è più soggetta, ed è il medio giovane business uomo o donna.
Gli studi di Friedman e Rosenman, entrambi specialisti del cuore, dichiarano che per la loro casistica ed esperienza persone con senso competitivo, aggressive, ambiziose, e con una vita sotto stress sono più soggetti.
Molte possono essere le conseguenze dannose per il corpo in caso d’ipertensione, con la conseguente diminuzione di ossigeno, le poca rimozione di scarti si causa il danneggiamento dei tessuti e il mal funzionamento degli organi: cervello, cuore, reni, etc. Alcune manifestazioni possono essere:
- PROBLEMI AL CUORE: il cuore sotto pressione aumenta di misura danneggiando le sue parti interne come le valvole e più soggetto ad attacco cardiaco;
- PROBLEMI AL CERVELLO: meno ossigeno al cervello lo danneggia. All’inizio possono comparire mal di testa, sensi di svenimenti e vertigini. Poi stati emozionali non bilanciati, deterioramento della concentrazione e memoria, encephalopathy, rottura della arterie che possono portare a paralisi o morte;
- PROBLEMI AGLI OCCHI: Visione sfocata e all’improvviso progressiva perdita della vista.
- PROBLEMA AI RENI: disfunzioni che possono portare all’inabilità di produrre urina accumulando cosi tossine nel corpo che possono portare alla morte;
- IPERTENSIONE MALIGNA: una forma seria della malattia dove la pressione può raggiungere livelli altissimi e portare rapidamente alla morte.
Tratto dai miei studi sui libri della Bihar School.
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