Prana e Pranayama

Il Respiro e la visione Yogica della Pratica. (Parte Prima)

PRANA significa forza – energia.

Include tutto cio’ che si manifesta, come ad esempio qualsiasi movimento, senza esclusione di quelli del corpo e della mente, l’attrazione, la gravita’, l’elettricita’, il magnetismo, ecc.

“Tutte queste varie manifestazioni sono possibili grazie al PRANA.” La maggiore concentrazione di PRANA nell’uomo e negli animali si trova nel cervello e si manifesta sotto forma di “luce della comprensione”.

La mente dovrebbe avere l’intero controllo sul corpo, ma sfortunatamente non è cosi per la maggior parte degli esseri umani. Infatti per moltissimi di noi, la mente e’ schiava dei piaceri sensoriali.

“La mente dovrebbe essere capace di controllare ogni parte del corpo.”

Spessissimo pero’ e’ il corpo che ha il comando della mente, trasformandoci cosi in esseri dalla comprensione dettata solamente dalla fisicita’ materiale, e in questo caso non siamo niente altro che corpo.

Potremmo realizzare tutto questo intellettualmente, ma non ci sara’ sufficiente per compiere il cambiamento, che gia’ di per se e’ molto lungo e difficile.

“ La mente incarnata prova, ma con grandissima difficoltà ” Gita 12.5

Un poco di aiuto fisico aiutera’ la mente ad essere piu’ confortevole. Il lavoro delle Asana e’ infatti necessario per la maggior parte di noi.

Il sistema del RAJA YOGA e’ infatti favorevole nell’utilizzare questo tipo di aiuto, per una maggiore forza e potere fisico e per creare determinati stati mentali, rafforzare la mente e renderla piu’ resistente, fino al punto di riconquistare la sua energia originaria completamente.

“Nel lungo termine la mente riconquista tutta la forza.”

Ogni cosa include quindi il PRANA che e’ infatti responsabile di tutto, dal movimento piu’ piccolo fino a quello dell’ intero universo.

Ogni forma di vita prende una piccola parte di questa energia dalla natura, utilizzandola per le proprie funzioni, ovvero per muovere il corpo e per pensare.

Se pensate che i pensieri non vengano prodotti, provate a non mangiare per 10-20 giorni per osservare come vi sentite. I pensieri sono prodotti anche dal cibo che viene assunto, non c’e’ dubbio in questo.

Attraverso gli esercizi di respirazione iniziamo a sentire tutti i movimenti del corpo che ancora non riusciamo a percepire.

Appena iniziamo a sentirli, cominciamo a dominarli.

Le radici dei pensieri si apriranno a noi e saremmo cosi’ capaci di entrare in loro possesso.

Di certo non tutti abbiamo la possibilita’, o la volonta’, ne’ la pazienza e la fede di perseguire una tale cosa, ma anche una pratica rivolta al benessere solo fisico e’ da prendere in considerazione perche’ i benefici sono molteplici.

 Il primo beneficio e’ infatti la salute fisica. Come sappiamo il 90% circa della popolazione non utilizza un respiro corretto. I polmoni non vengono riempiti abbastanza, e la regolarita’ del ritmo tra l’inspiro e l’espiro sono  sfasati. Respirare correttamente purifica il corpo e il sistema nervoso calmando la mente.

Quando siamo tranquilli, anche il respiro lo diventa e vice versa. Se diventa ritmico percepiamo pace.

Quando ci sentiamo disturbati, meglio evitare di controllare la mente direttamente, ma se possibile sarebbe opportuno appartarsi un una stanza o in un luogo molto tranquillo e concentrarsi per almeno 10 minuti su un respiro ritmico.

Osserveremo cosi’ che i battiti rallenteranno velocemente. Questi sono benefici che tutti possiamo facilmente raggiungere. Gli altri sono per gli Yogi, che praticano molte ora di PRANAYAMA giornalmente.

Se respiriamo con la narice destra, PINGALA siamo piu’ predisposti a svolgere lavori dinamici e fisici, se con la sinistra ovvero IDA, meglio restare calmi e svolgere compiti piu’ intellettuali, e se respiriamo con entrambe le narici, in SHUSHUMNA e’ il migliore momento per lavorare sulla mente e il suo controllo ed entrare in meditazione.

E’ possibile controllare la propria mente solo dopo un lungo lavoro individuale, ma i pensieri, e i sensi dovrebbero diventare i nostri servi.

Questo e’ molto difficile e solo attraverso un duro lavoro riusciamo a conquistare la forza della concentrazione e la capacita’ di collegare la mente solamente a cio’ che decidiamo.

Quando ci mettiamo in testa di fare qualcosa, di certo abbiamo anche in mente un piano per attuarlo.

Il RAJA YOGA propone nessuna fede, nessuna credenza e nessun dio. Potremmo credere in migliaia di divinita’, si potrebbe provare anche cosi’, perche’ no.

Ma il RAJA YOGA e la filosofia ADVAITA VEDANTA hanno un principio impersonale.

Una grande difficolta’ sta nel rischiare di parlarne e di teorizzarne troppo i contenuti, trascurando cosi’ la parte concreta e piu’ importante, che e’ l’esercizio vero e proprio.

La filosofia pensa che la differenza tra la schiavitù e la libertà è causata solo dalla conoscenza e dall’ignoranza. Lo Yogi crede nel controllo fisico e la conquista della propria natura interna e giudica l’uomo in base a quello standard.

“Quanto abbiamo guadagnato in quel senso? Quanto controllo abbiamo sui sensi e sul corpo?” questo e’ tutto cio’ che uno Yogi chiede. Tratto dai miei studi sui libri di Swami Vivekananda.

One thought on “Il Respiro e la visione Yogica della Pratica. (Parte Prima)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.