Filosofia e Storia

Yoga Sutra di Patanjali: Kaivalypadah – Capitolo 4

In questo capitolo finale degli Yoga Sutra chiamato Kaivalyapadah, Patanjali presenta le possibilita’ per coloro che hanno raggiunto un livello mentale altamente raffinato.

La mente e’ praticamente un servo e non un maestro.

Se alla mente e’ concesso di giocare un ruolo di maestro, qualsiasi sia il risultato raggiunto, ci saranno dei limiti destinati ad essere problemi e la serenita’ sara’ fuori portata per l’individuo.

yoga sutra patanjali capitolo 4

  • Eccezionali capacita’ mentali possono essere ottenute da un’eredita’ genetica, con l’uso di erbe prescritte nei testi sacri, con recitazioni di Mantras, rigorose austerita’ e attraverso lo stato mentale, il quale rimane tutt’uno con l’oggetto, senza pero’ esserne distratto. 4/1
  • Il cambiamento da un modello di caratteristiche ad un altro e’ essenzialmente un adeguamento delle qualita’ fondamentali della materia. 4/2
  • Ma tale intelligenza puo’ solo rimuovere ostacoli che ostruiscono determinati cambiamenti. Il suo ruolo e’ come quello di un agricoltore che apre una diga per permettere all’acqua di fluire nei campi laddove e’ necessario. 4/3
  • Con eccezionali facolta’ mentali, un individuo puo’ influenzare lo stato mentale di altre persone. 4/4
  • Questa influenza dipende anche dallo stato di chi riceve. 4/5
  • L’influenza su un altro individuo la cui mente e’ in uno stato di Dhyana non puo’ mai aumentare l’ansia o altri ostacoli. Infatti questi vengono ridotti. 4/6
  • E agiscono senza motivazioni, mentre altri che anche hanno capacita’ eccezionali ma che non hanno raggiunto lo stato di Yoga, possono agire con qualche motivazione o altro. 4/7
  • Poiche’ la tendenza della mente ad agire sulle basi degli ostacoli, come ad esempio equivoci, non e’ stato cancellato, gli ostacoli emergeranno in futuro e produrranno conseguenze non piacevoli. 4/8
  • Memorie ed impressioni latenti sono strettamente collegate. Questo collegamento rimane anche se c’e’ un intervallo di tempo, luogo o contesto tra azioni simili. 4/9
  • C’e’ un grosso desiderio di immortalita’ in tutti gli esseri umani da sempre, in tal modo, queste impressioni non possono essere attribuite a un determinato momento. 4/10
  • Queste tendenze sono entrambe mantenute e sostenute da equivoci. Da stimoli esterni, attaccamento ai frutti delle azioni e alle qualita’ della mente che promuovono l’iperattivita’. La loro riduzione, automaticamente rende le impressioni indesiderabili inefficaci. 4/11
  • La sostanza di cio’ che e’ scomparso, come di cio’ che potrebbe apparire, sempre esiste.  Se sono o non sono evidenti dipende dalla direzione del cambiamento. 4/12
  • Se compaiono o no caratteristiche particolari, dipende dalla mutazione delle tre qualita’. (pesantezza, attivita’, chiarezza). 4/13
  • Le caratteristiche di una sostanza in un determinato momento nel tempo, e’ infatti una singola modifica in queste qualita’. 4/14
  • Le caratteristiche di un oggetto appaiono differenti, a seconda della diversa percezione dello stato mentale dell’osservatore. 4/15
  • Se l’oggetto fosse effettivamente la concezione della mente di un particolare individuo, quindi, in assenza della sua percezione, esisterebbe? L’esistenza di un oggetto non puo’ dipendere solamente dall’immaginazione di una persona. 4/16
  • Se un oggetto e’ percepito o meno dipende dalla sua accessibilita’ tanto quanto la motivazione dell’individuo. 4/17
  • Le attivita’ mentali sono sempre note a colui che percepisce, il quale non cambia, ma possono cambiare le attivita’ della mente. 4/18
  • In aggiunta, la mente e’ una parte di cio’ che e’ percepito, e non ha potere da sola di percepire, la sua vera esistenza dipende da colui che percepisce. 4/19
  • La premessa che la mente puo’ giocare due ruoli e’ insostenibile perche’ non puo’ simultaneamente realizzare e vedere cosa si e’ inventata. Un oggetto esiste indipendentemente da cosa puo’ essere percepito. 4/20
  • In un individuo con uno tale stato mentale basato sull’esistenza momentanea, si creano disordini e difficoltà nel mantenere la coerenza della memoria. La mente puo’ di certo influenzare la percezione dell’oggetto. Ma l’oggetto ha un esistenza indipendente da come viene compreso. Se insistiamo con la percezione della mente e la consideriamo la fonte ultima, affronteremo problemi di comprensione. C’e’ la possibilita’ che una persona ricordi cosa abbia visto in passato e che insista nel condividere quella percezione. Ma cio’ che una persona abbia potuto vedere e percepire di un oggetto, non e’ necessariamente cio’ che un altra persona possa aver visto e percepito, o per lo meno non allo stesso modo. 4/21
  • Quando la mente non e’ collegata ad un oggetto esterno e non riflette una forma esterna a colui che percepisce, allora prende la forma di colui che percepisce. 4/22
  • Cosi la mente ha un duplice scopo. Serve a colui che percepisce presentando l’esterno di essa e riflette se stessa per la propria illuminazione. 4/23
  • Anche se la mente ha accumulato varie impressioni di diverso genere, e’ sempre a disposizione di colui che percepisce. Questo perche’ la mente non puo’ funzionare senza la forza di colui che percepisce. 4/24
  • Una persona con straordinaria chiarezza e’ colui che e’ libero dal desiderio di sapere la natura di colui che percepisce. Colui che ha raggiunto il piu’ altro stato di chiarezza non ha curiosita’ di speculare sulla qualita’ della mente, perche’ ha compreso la sua vera natura. 4/25
  • E la loro chiarezza li conduce verso la loro unica preoccupazione, ovvero di raggiungere e rimanere nello stato di liberta’. 4/26
  • Nella possibilita’ improbabile di distrazione da questo scopo, le impressioni disturbanti del passato sono capaci di riemergere. 4/27
  • Non si deve mai ospitare nemmeno il piu’ piccolo errore, perche’ essi sono dannosi come i cinque ostacoli. 4/28
  • Allora sorge uno stato mentale di intera chiarezza riguardante tutte le cose costantemente. E’ come una pioggia di pura chiarezza. 4/29
  • Questo e’ effettivamente lo stato libero dalle azioni basate sui cinque ostacoli. Non c’e’ vita senza azioni, ma si tratta di una vita priva di errori e interessi egoistici. 4/30
  • Quando la mente e’ libera dalle nubi che impediscono la percezione, tutto e’ noto. Non c’e’ piu’ niente da conoscere. 4/31
  • Le tre qualita’ basiche cessano di seguire le sequenze di alternanza tra dolore e piacere. I cambiamenti della mente, corpo e sensi non creano piu’ problemi. 4/32
  • Una sequenza e’ la sostituzione da una caratteristica ad un’altra che ne segue. Questa e’ legata al momento. La sostituzione delle caratteristiche e’ anche legata alla base del momento. Il momento, che e’ l’unita’ base del tempo, e’ connesso alle sequenze.  I cambiamenti che si pongono ormai nell’oggetto della percezione, seguono una sequenza diversa da quelle del passato, quando erano imprevedibili e causa di rimpianto. Ora l’individuo puo’ comandare i cambiamenti. 4/33
  • Quando il piu’ alto scopo della vita e’ ottenuto, le tre qualita’ di base non creano piu’ eccitamento nella mente. Questa e’ liberta’. In altre parole, colui che percepisce non e’ piu’ a lungo influenzato dalle fluttuazioni della mente. La mente e’ diventata ora un fedele servitore di colui che percepisce. 4/34

Yoga Sutra di Patanjali: Kaivalypadah – Capitolo 4

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